Le curiosità su Bologna sono davvero numerosissime. Molte di esse, conosciute in tutto il mondo. Tra le sue vie si nascondono interessanti segreti. Uno dei più ghiotti lega Mary Shelley a Giovanni Aldini…
Vuoi sapere cos’hanno in comune Bologna e Londra? Frankenstein! Letteratura e scienza si fondono per dare “vita” a uno dei miti gotici più amati e conosciuti a livello mondiale…
Cosa accomuna Il “mostro di Frankenstein (romanzo scritto da Mery Shelley e pubblicato nel 1818)” e l’illustre scienziato bolognese, Giovanni Aldini?
Il buon Aldini non era altro che il nipote di Luigi Galvani, altro famosissimo scienziato bolognese che grazie alla pila inventata da Alessandro Volta, con la collaborazione di Laura Bassi, aveva cominciato ad effettuare esperimenti con l’energia elettrica stimolando i centri nervosi di alcune sezioni di rane, convinto di poter riportare in vita gli animali (i loro arti si muovevano, grazie alle scosse ricevute). Credo li conosciate tutti, i suoi esperimenti!
Giovanni Aldini, nato nel 1762 era molto più visionario dello zio e decise di spingersi oltre proseguendo i suoi esperimenti sugli esseri umani.
Sono reperibili su Google tabelle illustrative con le sue composizioni di cadaveri ricuciti un po’ alla peggio, onestamente.
Ovviamente non era facile reperire materiale del genere se non all’obitorio, dove i condannati a morte erano gli unici ad avere la certezza di un corpo intero e che nessuno avrebbe mai reclamato. Sorgeva ugualmente un ulteriore problema ed era quello che in quasi tutta Europa chi subiva un esecuzione, la riceveva tramite ghigliottina. Quindi un corpo senza testa non soddisfava appieno le esigenze del buon Aldini. Fino a quando non scoprì che in Inghilterra i condannati a morte venivano impiccati. Entusiasmato dalla notizia, partì alla volta di Londra, dove nel 1803 esordì con una serie di spettacoli nelle piazze londinesi riguardanti proprio i suoi esperimenti. Anzi, le cronache del tempo parlarono di un tasso di mortalità del 300%, infatti sia il suo assistente, che due presenti tra il pubblico morirono di infarto quando videro il cadavere alzare una gamba prima e un braccio dopo.Il successo fu immediato tanto da replicare più volte al giorno nei luoghi di raccolta della Londra di inizio ‘800.
Ora, detto tra noi, sicuramente, la storia di Lord Byron e la sua villa in Svizzera con annessa competizione, durante una notte tempestosa, nella scrittura di un romanzo, è sicuramente molto più affascinante. Ma ahimè, si dà il caso, che ci siano più che tangibili possibilità che il romanzo sia una sorta di plagio, cioè non è stato inventato nulla, dal momento che la prima stesura risale al 1818, poi rivisitato nel 1838. Coincidenze?
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