Ferrara, 14 aprile 2019, ore 10 e 14: Senza Freni (Bike Tour). Viaggio alla scoperta dell’altra faccia dei monumenti…

Senza Freni (Bike Tour; con bike fornite): viaggio alla scoperta dell’altra faccia dei monumenti principali di Ferrara…

senza_freniStorie insolite, che si raccontano all’ombra dei suoi monumenti, in una città “legata alle stelle”. Ferrara è una città ammantata di un fascino arcano. Un set perfetto, insomma, per diventare grandi Predatori di Misteri. Una piacevole pedalata, muniti di radio guide, che renderà alla vostra domenica un vero valore aggiunto…

Castello_EstenseIl Castello, Ugo e Parisina, la chiesa di San Giuliano e la Prigione di don Giulio…

Il castello estense fu costruito per essere una fabbrica militare. Col tempo, però, divenne residenza degli Estensi. Iniziato nel 1385 su progetto di Bartolino Ploti di Novara, tuttora è circondato da un fossato di acqua corrente. Nel 1554, dopo un incendio, tutto l’edificio fu ristrutturato da Girolamo da Carpi, che sopraelevò le quattro torri. Inevitabilie corollario dell’originaria funzione militare e repressiva furono le prigioni, che nei sotterranei ebbero un’inespugnabile e tetra collocazione. Qui non vennero rinchiusi i detenuti comuni, normalmente destinati alle carceri cittadine, bensì i personaggi di alto rango o comunque, prigionieri sui quali gli Estensi intendevano avere una particolare sorveglianza. Negli interrati delle torri è possibile, ancora oggi, scorgere le scritte tracciate dai reclusi a memoria della loro infelice sorte.

Queste segrete, come ricordano le cronache antiche, furono teatro della tragica fine di Ugo e Parisina, i giovani amanti decapitati in fondo alla Torre Marchesana. Si trattava, rispettivamente, del figlio di primo letto e della moglie del marchese Nicolò III, entrambi ventenni, quando, nel 1425 vennero condannati al patibolo. Parleremo del gesto di pietà del grande Marchese, che su questa storia, mise la sua mano misericordiosa.

Meno cruenta della vicenda di Ugo e Parisina è la storia legata alla “Prigione di don Giulio”, un’impenetrabile cella ricavata all’interno della Torre dei Leoni, dove furono rinchiusi nel 1506 don Giulio e don Ferrante, fratelli del duca Alfonso I. Condannati a morte per aver attentato alla vita del duca e dell’altro fratello, il cardinal Ippolito, essi ebbero commutata la pena in carcere a vita, da scontarsi proprio nelle prigioni del Castello.

La piccola chiesa di San Giuliano, di fianco al castello, sorse nel 1400, cioé 200 anni dopo la distruzione da parte del re di Francia, Filippo il Bello, con la complicità del Papa.

Essa testimonia dell’ammirazione che a Ferrara si aveva di un ordine religioso che manifestava l’importanza di tenere insieme spirito e materia (morale e affari, si direbbe oggi), coniugando l’impegno religioso e quello nel mondo. L’intuizione che già era stata di San Benedetto, che introdusse la regola di “Ora, lege et labora”. I templari utilizzarono quel pensiero 700 anni dopo San Benedetto, coniugando lo spirito con la materia, messaggio oltremodo attuale.

cattedrale_ferraraIl Duomo e le leggende ad esso collegate e le botteghe dei merciai…

Iniziato dall’architetto Wiligelmo, con la collaborazione dello scultore Nicolò nel 1135, la Cattedrale o Duomo di Ferrara è una delle più significative chiese medievali italiane. Il campanile, rimasto incompiuto, è attribuito a Leon Battista Alberti. La Cattedrale è in stile romanico nella parte inferiore della facciata e gotico in quella superiore ed è consacrata a San Giorgio. Ma è la natura simbolica e misteriosa della facciata frontale e della fiancata laterale che colpisce maggiormente l’osservatore, come anche le file esterne di colonne annodate. Interessenti son ole forme scultoree vegetali presenti esternamente, che richiamano la vita; il loro suggestivo intreccio pare quasi rappresentare l’Eden sulla Terra. La chiesa, in un certo qual modo, pare la metafora di un immenso albero della vita, la cui natura rappresenta l’origine dell’esistenza. Rimane il fatto che, la facciata della Cattedrale è unica nel suo genere; costruita basando la geometria sul cerchio diviso in dieci parti uguali. La Cattedrale resta un’opera unica nel suo genere. Dalle sculture alle leggende misteriose ad essa collegate, è un monito alla bellezza e al prestigio.

Esiste anche una leggenda popolare che spiega il significato di queste curiose colonne: si narra, infatti, che i maestri scultori avevano terminato la Cattedrale e, le colonne che si trovavano ai lati erano ben dritte, simmetriche, le classiche colonne che abbelliscono gli edifici. Il diavolo, geloso di tanta bellezza, fece qualcosa di cui parleremo durante il nostro tour.

Parleremo, infine, delle botteghe dei merciai che nascondono le incisioni degli statuti comunali e sono visibili esclusivamente all’interno di alcuni negozi.

DIAMANTIIl Palazzo dei Diamanti e il Quadrivio degli Angeli

Una delle più coraggiose opere di Biagio Rossetti, realizzata verso la fine del Quattrocento, è Palazzo dei Diamanti, che deve il suo nome ai blocchetti di marmo (più i 12.000), sfaccettati a diamante, che rivestono le pareti esterne. Palazzo dei Diamanti ospita la Pinacoteca Nazionale, molto importante per la conoscenza della pittura ferrarese ed emiliana. Secondo una nota leggenda, Ecole I d’Este, avrebbe fatto di quest’opera architettonica uno scrigno da tutelare. Avrebbe, infatti, nascosto in una delle sue punte di marmo, un vero e proprio diamante. Non si trattava però di una gemma qualsiasi, bensì la più preziosa della sua corona. A conoscerne l’esatta ubicazione erano solo lui e il capomastro. La tradizione vorrebbe che, il Signore di Ferrara, in un gesto lugubre e macabro, gli fece mozzare la lingua e accecare gli occhi, occultando per sempre l’esatta posizione del Tesoro.

Il Quadrivio degli Angeli è il nome assegnato all’incrocio di Corso Ercole I d’Este, con l’asse Corso Porta Mare – Corso Biagio Rossetti e fa parte dell’Addizione Erculea. Intorno a questo Quadrivio, prospettano tre edifici rinascimentali di notevole interesse: Palazzo dei Diamanti, Palazzo Turchi di Bagno e Palazzo Prosperi-Sacrati. La progettazione degli edifici del quadrivio si deve a Biagio Rossetti, che diede ad ogni edificio un proprio peso architettonico.

ghetto_ferraraGhetto e la storia della comunità ebraica ferrarese, l’enciclopedia di Lampronti e la cucina ebraica

Il ghetto di Ferrara fu istituito nel 1627, in una delle zone più antiche della città, a poca distanza dalla Cattedrale e dal Castello Estense. Fu chiuso definitivamente nel 1859.

La presenza ebraica a Ferrara precede di secoli l’istituzione del ghetto. Quando esso fu imposto nel 1627, circa 1.500 ebrei vivevano a Ferrara. La chiusura del ghetto durò oltre un secolo. Le porte che l’occupazione francese aprì nel 1796 si richiusero nel 1826, anche se, con regole meno rigide, fino all’Unità d’Italia, nel 1861. Anche dopo la sua chiusura, il ghetto rimase il centro della vita della comunità ebraica di Ferrara.

Il Timore di Isacco, del medico e teologo ebreo, Isacco Lampronti, è una monumentale enciclopedia talmudica. La stessa è un’opera veramente imponente, un repertorio, in ordine alfabetico, di tutte le massime, i riti, i canoni, le leggi, le istituzioni talmudiche, con l’indicazione dei passi del Talmud, da dove sono estratti e degli autori che ne hanno scritto.

La cucina ferrarese offre ai suoi turisti una ristretta scelta dei prodotti tipici della zona, in quanto si basa su ciò che è stato tramandato anche dalla presenza degli ebrei, a Ferrara.

DSC037Piazza Ariostea: Ludovico Ariosto e l’Orlando Furioso

Piazza Ariostea è un importante piazza di Ferrara e fa parte integrante della terza grande addizione che ampliò la città medievale, detta Addizione Erculea, dal nome di Ercole I d’Este, duca di Ferrara. Autore di tale progetto urbanistico fu l’architetto Biagio Rossetti.

La piazza, un tempo chiamata piazza Nuova, si estende lungo il decumano della grande addizione rinascimentale, oggi asse Porta Porta Mare. Ha una forma rettangolare con una anello centrale ribassato, realizzato nel 1933, per le corse del Palio.

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Il Monastero di San Antonio in Polesine

È un monastero di clausura abitato da monache benedettine e risale al XIII secondo, quando era un sito su un’isola. Fu fondato da una santa dal nome di Beatrice. Questa fanciulla nacque nel 1226 nel castello di Calaone da Azzo d’Este e Giovanna di Puglia che morì quando la bimba aveva sette anni. Azzo si risposò con Mabilia dei Pallavicino che si rivelò una madre molto affettuosa.

Riuscì anche a trasmetterle la vocazione cristiana così intensamente che divenne monaca molto giovane contro il volere del resto della famiglia. Riuscì a raccogliere attorno a sé altre fanciulle devote e il Papa, Alessandro IV, che non poteva ignorare questa luce divina, le conferì la regola di San Benedetto. Così, con le sue seguaci, si trasferì nel monastero. Ma, Beatrice venne purtroppo colta da un grande male che la fece morire a soli 36 anni. Parleremo in modo approfondito di questa suggestiva vicenda.


L’evento, che si terrà domenica, 14 aprile 2019 (con punto di ritrovo presso la Stazione Centrale, Piazzale Stazione n. 28, alle ore 9:45 e alle 13:45), partirà alle ore 10 e alle ore 14, con guida turistica professionale e si concluderà alle 12:30 e 16:30. Auricolari forniti dallo staff, per un migliore ascolto della visita guidata. 

Costo della sola visita guidata (due ore e mezzo di percorso, comprensivo di noleggio bike + guida turistica + radio guide):  21,00. Ragazzi dai 7 ai 18 anni e over 65: € 19,00.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

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